INTRODUZIONE
Perché un libro sull’inglese in cucina?
Perché non basta dire «Vado a Londra, trovo un lavoro e imparo sul posto
». Se hai già un solido bagaglio di conoscenze linguistiche, le opportunità
si moltiplicano.
Perché le parole non sempre sono quello che sembrano e non basta affidarsi
a Google Traduttore per risparmiarsi frasi come I know my chickens (“conosco
i miei polli” in inglese si può dire I know them like the back of my hand),
drown the eggs (affogare le uova, in senso letterale! – il verbo corretto è poach)
o, come suggerisce il titolo del nostro libro, jump the pasta (saltare la pasta – il
verbo corretto è toss o sauté).
Perché non esistono in una lingua parole per descrivere ciò che non c’è.
Come si traduce lime in italiano? Lime. Come si traduce ’nduja in inglese?
Non si può tradurre.
Perché la complessità del linguaggio tiene attivo il nostro cervello: bisogna
sempre chiedersi cosa ci sia oltre la superficie.
Perché l’apprendimento avviene in modo esponenziale. [...]
Ciascun lettore, aspirante professionista del settore enogastronomico o
semplice appassionato di cucina, avrà il suo perché e troverà in queste pagine
un valido aiuto per perfezionare la propria padronanza dell’inglese ed evitare
di cadere in banali e diffusissimi errori, nella consapevolezza che quando si
studia una lingua straniera il concetto di stasi non esiste: o si procede in avanti
o si scivola indietro. Quello che abbiamo imparato ieri, se oggi non lo teniamo
vivo, domani non lo ricorderemo più. Ma con un poco di curiosità e di voglia
non è una missione impossibile, e ci si potrebbe anche divertire.
Perché non basta dire «Vado a Londra, trovo un lavoro e imparo sul posto
». Se hai già un solido bagaglio di conoscenze linguistiche, le opportunità
si moltiplicano.
Perché le parole non sempre sono quello che sembrano e non basta affidarsi
a Google Traduttore per risparmiarsi frasi come I know my chickens (“conosco
i miei polli” in inglese si può dire I know them like the back of my hand),
drown the eggs (affogare le uova, in senso letterale! – il verbo corretto è poach)
o, come suggerisce il titolo del nostro libro, jump the pasta (saltare la pasta – il
verbo corretto è toss o sauté).
Perché non esistono in una lingua parole per descrivere ciò che non c’è.
Come si traduce lime in italiano? Lime. Come si traduce ’nduja in inglese?
Non si può tradurre.
Perché la complessità del linguaggio tiene attivo il nostro cervello: bisogna
sempre chiedersi cosa ci sia oltre la superficie.
Perché l’apprendimento avviene in modo esponenziale. [...]
Ciascun lettore, aspirante professionista del settore enogastronomico o
semplice appassionato di cucina, avrà il suo perché e troverà in queste pagine
un valido aiuto per perfezionare la propria padronanza dell’inglese ed evitare
di cadere in banali e diffusissimi errori, nella consapevolezza che quando si
studia una lingua straniera il concetto di stasi non esiste: o si procede in avanti
o si scivola indietro. Quello che abbiamo imparato ieri, se oggi non lo teniamo
vivo, domani non lo ricorderemo più. Ma con un poco di curiosità e di voglia
non è una missione impossibile, e ci si potrebbe anche divertire.
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