Risate pericolose
Molte persone pensano che, dal momento che un menu contiene poche parole,
quasi in assenza di una struttura grammaticale, tradurlo sia un compito semplice e alla portata di tutti. In realtà, quando si passa dall’italiano all’inglese (e viceversa, anche se in questo caso i rischi sono minori) le cose si complicano parecchio e, se non si presta attenzione, si corre il rischio di dire cose senza senso, oppure molto ridicole. Chi mangerebbe un iron chicken, per esempio, se volesse un pollo ai ferri? O cosa ci porterebbero se scegliessimo le pens to the angry, traduzione fin troppo letterale di “penne all’arrabbiata”? Le traduzioni sbagliate in cucina spesso fanno sorridere, talvolta però possono innescare meccanismi insidiosi. Le seguenti espressioni sicuramente sono buffe se si conosce l’inglese. tuned veal al posto di: veal in tuna sauce (vitello intonato) (vitello tonnato) smashed potatoes al posto di: mashed potatoes (patate strafatte) (purea di patate) blue vain cheese al posto di: blue-veined cheese (formaggio vanitoso) (gorgonzola) crumbled cake al posto di: crumbly cake (la torta già sbriciolata) (crumble di mele) candid fruit al posto di: candied fruit (frutta innocente) (frutta candita) Se non si conosce la lingua non si riesce a capire cosa ci sia da ridere, ovvio. Tuttavia restano errori piuttosto innocenti. Ma se ordinando una bistecca al sangue vi lanciaste in un pericoloso bloody steak (maledetta bistecca) potreste avere dei problemi con il cameriere. La carne infatti per essere ordinata nel modo corretto può essere: rare (al sangue appunto), medium (media) oppure well done (ben cotta). Con la variante medium-rare (mediamente al sangue). Ogni traduzione letterale sarebbe fuori luogo. A volte però, sorprendentemente, certe traduzioni letterali funzionano, ma come esserne sicuri? ........ |